TERAMO – (jacopo di francesco) La fredda serata di Piano d’Accio è più movimentata fuori che dentro al Bonolis. Poco prima del fischio, bandiere rubate dagli ultra teramani e conseguenti tafferugli. Ci saranno altri scontri alla fine, favoriti dall’assurda vicinanza fra le uscite dei due settori. La serata non è molto mite e la Lega persiste nella sua idea geniale di far giocare i turni infrasettimanali in contemporanea con la Champions League. Risultato: uno stadio non semivuoto ma comunque non suoi buoni livelli di pubblico (casalingo, da Ascoli erano in 700) al quale il Teramo quest’anno si è abituato. Il match è di Coppa Italia e i due allenatori lo preparano in perfetto stile italiano: turnover quasi totale e tanti giovani. Ciò favorisce ovviamente l’Ascoli che ha gente come il 19enne Giovannini, vogliosa di guadagnare minuti per il campionato invece dei Beretti biancorossi.
Il Diavolo riesce nei primi minuti a stabilirsi nella metà campo del Picchio, ma si vede subito che manca lo spunto, l’ultimo passaggio. Al 12′ cambia totalmente la partita: gran lancio di Pieragatti da lontanissimo per l’indemoniato Giovannini, sale in ritardo la difesa del Teramo e il centrocampista bianconero salta facile Serraiocco con un pallonetto. Comincia a venire fuori il timore reverenziale del Teramo, inevitabile davanti a una squadra sicuramente molto più forte ed esperta. Il pressing a tutto campo dei bianconeri manda in tilt la manovra dei ragazzi di Vivarini, e al 24′ ancora Giovannini salta troppo facilmente Masullo e mette un cross al bacio per l’incornata di Bangal. Comincia lo show dell’attaccante del Mozambico, grazie anche ad un’altra uscita mancata di Serraiocco, ancora irriconoscibile.
Prima della mezz’ora il 9 bianconero tira fuori una perla alla quale sembra non credere troppo nemmeno lui: palla all’incrocio dai 25 metri su uno dei tanti errori d’impostaziine del Teramo. Poco dopo Serraiocco respinge in area un tiro di Margarita e Scipioni, encomiabile anche in questa occasione, salva in corner. Finisce il primo tempo con i biancorossi intrappolati in una confusione totale, poco aiutati dai titolari Di Paolantonio e Lulli, con il numero 8 insolitamente dannoso.
Anche l’inizio della ripresa è marchigiano, ma il Teramo adesso sembra tenere, l’unica occasione è un colpo di tacco del solito Bangal bloccato in due tempi.
Il primo segnale di vita biancorosso arriva da una punizione sull’esterno della rete di Di Paolantonio. Poi l’altro punto di svolta del match: entra Lapadula per il ’95 Miocchi, che si è speso molto ma senza spostare gli equilibri. La partita si fa nervosa, giallo a Masullo per un’entrata brutta e inutile su Giovannini che l’ha fatto impazzire. Il bomber pugliese crea problemi all’Ascoli soprattutto senza palla, riesce a mandare al tiro prima Scipioni poi D’Egidio. Al 76′ accorcia il Teramo, ovviamente con Lapadula, che alza un pallonetto su una palla persa stupidamente dalla difesa picena. Con lui davanti è un’altra storia, e grazie anche a un Mancini in grande spolvero il Diavolo riesce a creare qualche ripartenza e a mettere sui piedi di D’Egidio il pallone del 2-3 da punizione: il giovane teramano lo manda alto. Dopo l’espulsione di Mengoni per un’entrata cattivissima e inutile su Lapadula, standing ovation per Bangal anche e soprattutto dal pubblico di casa.
In conclusione vittoria meritata per l’Ascoli che ai quarti troverà la vincente del derby Benevento-Casertana, ma il Teramo deve rimpiangere un turnover sicuramente eccessivo ‘scuola Benitez’, dato che è bastato l’ingresso di Lapa-gol per cambiare totalmente faccia all’incontro. È innegabile che l’unico obiettivo siano ancora i 40 punti del campionato, ma il Teramo se la poteva giocare meglio.